Approvata la nuova Pac 2021-2027
Un’organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli e una nuova struttura di governance. Sono le novità principali della nuova Pac 2021-2027, approvata nei giorni scorsi dal Parlamento europeo. La Pac (Politica agricola comune) è il principale canale di finanziamento diretto per il settore agricolo europeo, con ben 390 miliardi di euro di risorse per i prossimi sette anni da stanziare a circa 9 milioni di agricoltori europei attraverso tre pilatri.
Una Pac meno verde del previsto
I tre regolamenti sono passati al vaglio dell’europarlamento con alcune difficoltà, tra un’intensa settimana di votazioni che ha visto ben 1.350 emendamenti, a dimostrazione del fatto che il Parlamento europeo è molto diviso sui princìpi di sostenibilità ambientale che avrebbero dovuto caratterizzare la riforma della Pac, ma che invece non sono arrivati fino in fondo. Infatti, mentre secondo i tre principali gruppi di maggioranza dell’europarlamento (Partito popolare europeo, Socialisti & Democratici, Renew Europe) la nuova Pac 2021-2027 sarebbe pensata per essere allineata al Green Deal e all’accordo di Parigi sul clima sottoscritto nel 2015, di tutt’altro avviso è il gruppo parlamentare dei Verdi, secondo cui i tre gruppi più grandi dell’emiciclo non hanno posto l’attenzione necessaria al ruolo del settore agricolo sui cambiamenti climatici e l’ambiente. I Verdi hanno spinto fino all’ultimo per modificare la proposta e includere nel pacchetto anche la “Strategia sulla biodiversità” e quella “Farm to Fork”, sottolineando la connessione tra settore agricolo e impegni per la sostenibilità, ma non sono riusciti nell’intento.
Quando entrerà in vigore la nuova Pac
La nuova Pac dovrebbe entrare in vigore nel 2023, dopo due anni di regolamentazione transitoria, dal momento che le attuali regole in vigore scadranno il 31 dicembre 2020. Gli eurodeputati hanno votato sulla base di una proposta del 2018 della precedente Commissione europea a guida Juncker, quando il commissario per l’agricoltura era l’irlandese Phil Hogan, ex commissario dell’attuale collegio von der Leyen.
Le novità della Pac 2021-2027
Nell’ottica di allineamento con gli obiettivi climatici, il Parlamento europeo vuole vincolare gli agricoltori a pratiche più rispettose del clima e dell’ambiente, in cambio di finanziamenti diretti. Almeno il 30% degli aiuti diretti (il primo pilastro della Pac) andrà destinato a regimi ecologici volontari che potrebbero finire per aumentare anche il reddito percepito dagli agricoltori. Un altro 35%, quello del secondo pilastro della Pac (i Piani di sviluppo rurale), sarà dedicato a qualsiasi tipo di misura legata al clima o all’ambiente, mentre il restante 30% dei finanziamenti dovrebbe sostenere gli agricoltori per la lotta al cambiamento climatico, la gestione sostenibile delle risorse naturali e la tutela della biodiversità.
I governi nazionali dovranno redigere periodicamente dei piani strategici da sottoporre alla lente della Commissione Ue, in cui definiranno le modalità con cui intendono incontrare gli obiettivi europei in materia di sostenibilità. La Commissione dovrà valutare i risultati raggiunti dagli Stati, e non soltanto la loro conformità alle norme dell’Ue.
La posizione adottata dall’europarlamento riduce i pagamenti diretti annuali agli agricoltori al di sopra dei 60 mila euro e ne fissa il massimale a 100 mila. Nell’ottica di salvaguardare le piccole aziende, almeno il 6% dei pagamenti diretti nazionali dovrebbe servire a sostenere le aziende agricole di piccole e medie dimensioni, e gli Stati dovrebbero avere la possibilità di destinare almeno il 2% delle dotazioni per i pagamenti diretti a sostegno dei giovani agricoltori.
Il Parlamento europeo ha chiesto inoltre maggiori tutele per gli agricoltori in casi di difficoltà e che la riserva per le crisi, prevista proprio per aiutare gli agricoltori in caso di instabilità dei prezzi o dei mercati, sia convertita in uno strumento ad hoc dotato di un proprio bilancio specifico. Infine, l’emiciclo ha chiesto rafforzare il regime sanzionatorio per chi non è in linea con gli obiettivi Ue, portando dal 5 al 10% sul totale dei pagamenti l’importo delle sanzioni previste nei confronti degli Stati membri che non rispettano i requisiti dell’Ue in materia di ambiente, benessere degli animali o qualità degli alimenti.
FONTE: https://www.agrinotizie.com