Difendere lo zucchino dall’oidio
La coltivazione delle cucurbitacee in pieno campo è in fase avanzata e tra le problematiche fitosanitarie più importanti in questo periodo vi è l’oidio.
Anche se le temperature per alcuni giorni sono state al di sopra dell’optimum per lo sviluppo della malattia, il ritorno di temperature in linea con le medie del periodo associate a una elevata umidità ambientale fanno ritenere elevata la probabilità di una evoluzione severa della stessa già osservata in diverse aziende. Si consiglia, pertanto, di tenere sott’occhio la comparsa delle prime macchie e di programmare l’inizio degli interventi di difesa.
Micelio polverulento dei funghi agenti del “mal bianco” sulla pagina superiore della foglia di zucchino; sono visibili anche i cleistoteci scuri del fungo
Sintomi inconfondibili
La malattia dell’oidio, detta comunemente “mal bianco”, rappresenta, insieme alla peronospora, quella che desta maggiore preoccupazione sulle cucurbitacee.
La sua sintomatologia è inconfondibile e, in funzione dell’andamento climatico, può causare enormi danni qualitativi ma soprattutto quantitativi. La comparsa di macchie biancastre avviene inizialmente sulla pagina inferiore delle foglie per poi estendersi, in maniera epidemica, sulla pagina superiore delle stesse e sui fusti. All’inizio le macchie sono piccole e rotondeggianti per poi estendersi fino ad occupare interamente la lamina fogliare. Le infezioni partono dalle foglie più vecchie della pianta per poi progredire verso quelle più giovani.
Nel giro di pochi giorni si forma un feltro miceliare biancastro polverulento che contiene gli organi di propagazione asessuata del fungo. Le foglie colpite ingialliscono, si accartocciano e disseccano con conseguente perdita o ridotta produzione delle piante. In questa fase possono comparire dei corpuscoli scuri rappresentati dai cleistoteci (organi svernanti dei funghi contenente la fase sessuata).
Biologia ed epidemiologia
La malattia è causata da due funghi appartenenti all’ordine delle Erysiphales: Golovinomyces (=Erysiphe) cichoracearum e Podosphera xanthii (=Sphaerotheca fuliginea). I funghi non sono distinguibili in base a caratteri macroscopici e presentano la stessa sintomatologia. Per quanto concerne l’epidemiologia, pur essendo simile, sembrerebbe che G. cichoracearum sia presente maggiormente in questa prima fase primaverile mentre in piena estate risulterebbe predominante il fungo P. xanthii. Se è vero che i limiti termici per lo sviluppo della malattia sono piuttosto ampi (i funghi coinvolti si sviluppano dai 10 °C ai 35 °C) è altrettanto certo che la progressione epidemica della malattia si ha con temperature intorno ai 26 °C e livelli di umidità elevati, pari o superiori al 75%.
La difesa dello zucchino in serra
La lotta all’oidio dello zucchino in serra può contare su una considerevole quantità di principi attivi, molti dei quali ammessi anche in agricoltura biologica. Tra i prodotti di natura biologica si ricordano Ampelomyces quisqualis, Bacillus amyloliquefacens, Bacillus pumilis, chitino-oligo saccaridi (COS-OGA), olio essenziale di arancio dolce, bicarbonato di potassio, mentre tra le molecole di sintesi, oltre allo zolfo (non impiegabile in serra con temperature al di sotto dei 10 ° C ed al di sopra dei 30 °C) vi sono fungicidi appartenenti a diverse classi chimiche quali: IBS (inibitori della sintesi degli steroli), strobiruline (attivi anche nei confronti di altre malattie) il gruppo dei carbossimidi (alcuni dei quali di recente registrazione).
L’alternanza dei diversi principi attivi a disposizione è il presupposto per evitare l’insorgenza di fenomeni di resistenza. Oltre a ciò va tenuto conto che le cucurbitacee sono ortaggi con cicli lunghi ed a raccolta scalare; bisogna quindi scegliere i prodotti, nella fase centrale della raccolta, che abbiano un tempo di carenza ridotto (la raccolta per alcuni ortaggi è eseguita giornalmente!), per non avere un prodotto al di fuori degli standard merceologici. Sarebbe opportuno, pertanto, iniziare i trattamenti già durante la prima fase di germinazione delle spore, senza attendere la presenza dei sintomi, al fine di contenere in modo efficace la malattia prima dell’inizio della raccolta.