Focus del mese Pesche, l’Europa perde il 17% della produzione
Per la stagione 2020 il mercato europeo di pesche, nettarine, pesche piatte e prodotto destinato all’industria di trasformazione si attesterà a 3,2 milioni di tonnellate, perdendo così il 17% della produzione rispetto al 2019 e rispetto alla media del quinquennio 2014-18.
A dirlo sono le previsioni di Europêch che, dopo aver reso note le prime tendenze lo scorso 7 maggio, ha quantificato oggi (22 maggio) quella che sarà un’annata non particolarmente fortunata, ma tutto sommato nemmeno disastrosa. A penalizzare i quantitativi complessivi è il clima: lo scorso inverno è stato caratterizzato da temperature miti o addirittura calde in tutte le regioni produttive; in alcuni casi, a dicembre e a febbraio, si sono registrati picchi superiori ai 25 gradi, con conseguente mancanza di freddo invernale la quale si è tradotta, soprattutto in alcune varietà, in carichi eterogenei, sebbene complessivamente vicini alla norma. Ad avere un impatto importante sul potenziale produttivo sono invece state le gelate di marzo che hanno colpito alcuni bacini di produzione, quali l’Aragona, la Catalogna, la Valle del Rodano e l’Italia settentrionale. In alcuni casi, Emilia Romagna in primis, l’impatto è stato devastante.
Quanto alle previsioni circa i consumi, a preoccupare i relatori di tutti i paesi produttivi (per l’Italia il direttore di Cso Italy Elisa Macchi) è il possibile mutare delle abitudini dei consumatori europei che, causa pandemia e conseguenti restrizioni in termini di spostamenti e di comportamenti, vivranno un’estate sui generis.
Prima di entrare nel merito della campagna 2020 per singolo paese produttore, uno sguardo d’insieme allo scenario europeo, con alcune considerazioni sulla campagna 2019.
Europa, un mercato a due velocità
Da un lato un mercato aperto, nel quale Spagna, Italia e Grecia competono per conquistare quote di mercato nelle esportazioni. Dall’altro un mercato protetto, quello francese. Così, in sintesi, si può descrivere lo scenario europeo di pesche e nettarine. La produzione francese negli anni è diminuita drasticamente e pertanto stenta a coprire le esigenze del mercato interno, anche in alta stagione. Tale declino, sommato al lavoro svolto dal settore, ha creato una sorta di equilibrio, che consente alle pesche francesi di beneficiare di livelli di remunerazione in linea con i costi di produzione, i quali sono superiori rispetto a quelli dei mercati concorrenti. Per la Francia, per ora, non si può sperare in una reale crescita del potenziale nel breve periodo, ma si osserva un tasso di rinnovamento dei frutteti pari all’8%. Un dato che contrasta con quello spagnolo: nella regione di Lleida sarebbero infatti stati sradicati 2mila ettari di pescheti lo scorso inverno.
Quanto alla campagna del 2019, non vi erano state particolari ripercussioni climatiche prima dell’inizio della raccolta, se si fa eccezione per occasionali grandinate che avevano colpito alcune aree produttive nei mesi di luglio e agosto. Pertanto, con 3,8 milioni di tonnellate di pesche, nettarine e pesche piatte e prodotto per l’industria, il 2019 aveva chiuso con una produzione leggermente al di sopra della media del quinquennio 2014-18, e comunque al di sopra della produzione 2018 (+6%), annata che aveva fatto registrare un leggero deficit. Nonostante le favorevoli condizioni climatiche per il consumo, il mercato europeo è stato però generalmente difficile, in particolare da metà agosto, con una fine della stagione complicata per tutte le aree di produzione.
Italia: disastro gelate, l’Emilia Romagna perde l’80% della produzione
L’Italia è stato il paese più colpito dalle gelate. Ne hanno risentito tutte le regioni, ma l’Emilia Romagna paga il grosso dello scotto: si prevede una produzione 2020 inferiore di quasi dell’80% rispetto allo scorso anno. Complice di questo tracollo anche la riduzione delle aree di produzione, principalmente al nord. Pertanto, l’Italia prevede una produzione di pesche e nettarine che scenderà ben al di sotto del milione di tonnellate (sono previste circa 820mila tonnellate), il che significa che sarà il raccolto più basso degli ultimi 25 anni. Per dirla con un numeri, in Italia si prevede un calo del 29% rispetto alla produzione 2019 e del 34% rispetto alla media 2014-18. Lo stesso vale per le pesche destinate alla trasformazione, per cui si prevedono poco più di 50mila tonnellate, il che significa una diminuzione del 44% rispetto al 2019 e del 30% rispetto alla media.
Grecia: le perdite sono contenute
Anche la Grecia ha sofferto per via delle gelate, soprattutto nella regione della Macedonia, che concentra la gran parte della produzione greca. Con una previsione di raccolta di pesche e nettarine di poco più di 300mila tonnellate, si stima una perdita produttiva è del 10% rispetto al 2019, ma un incremento del 3% rispetto alla media 2014-18.
Quanto al prodotto per la trasformazione, ossia una produzione caratteristica e importante in termini di volumi per la Grecia, si prevede un decremento dell’8% rispetto alla produzione del 2019 e un incremento del 13% rispetto alla media del quinquennio di riferimento.
Spagna: -12%, alle gelate si sommano le piogge
In Spagna, le gelate di marzo nel bacino dell’Ebro e dei suoi affluenti e la pioggia ad aprile nel sud (Murcia, Andalusia) hanno influito sulla produzione. Con una previsione di poco più di un milione di tonnellate (un milione e 114mila, per essere precisi), la produzione spagnola eguaglia i livelli raggiunti nel 2018, il che rappresenta un calo del 12% rispetto al 2019 e dell’11% rispetto al alla media 2014-18.
Da notare, nel segmento delle pesche piatte, una particolarità della produzione spagnola, una previsione di 282mila tonnellate, in calo del 13% rispetto al 2019. Per le pesche destinate all’industria, invece, si osserva una stabilità relativa: -1% rispetto al 2019, + 3% rispetto alla media.
Francia: -7%, il caldo invernale non ha aiutato
In Francia il gelo ha colpito principalmente la valle del Rodano, ma anche le altre aree di produzione sono state penalizzate. La mancanza di freddo invernale ha infatti generato un deficit di carico su alcune varietà e le abbondanti piogge di marzo e aprile hanno causato danni in particolare alle nettarine.
Con una previsione di quasi 188mila tonnellate di pesche e nettarine, la produzione francese dovrebbe essere del 7% inferiore alla produzione del 2019 e del 10% inferiore alla media 2014-18.
FONTE: www.myfruit.it
Autore